Le etichette

Come nascono le nostre etichette

Il vestito di una bottiglia non è solo un segno di riconoscimento, ma un atto di memoria. Ogni etichetta nasce dal desiderio di raccontare l’origine e l’anima della terra da cui germoglia il nostro vino.

Ossi, cuore antico della Sardegna, custodisce una storia millenaria scolpita nella roccia: tra i suoi nuraghi e le misteriose domus de janas, tombe ipogeiche risalenti a oltre 3000 anni prima di Cristo, si cela la voce dei primi abitanti di questa isola.

La figura rappresentata nell’etichetta è stata creata dall’artista Vincenzo Ganau.

Un ponte tra passato e presente

Abbiamo scelto di dare forma a questa eredità attraverso i simboli arcaici incisi cinquemila anni fa dagli uomini che vivevano queste terre — segni di forza, spiritualità e rinascita. Essi oggi rivivono sulle nostre etichette, come un ponte tra passato e presente, tra la sacralità delle origini e la vitalità del vino, frutto della stessa terra e dello stesso spirito che da millenni unisce il popolo sardo.

Fertilità e rinascita

Le  protomi taurine (o bucrania) scolpite nelle domus de janas di Mesu e Montes a Ossi, a tre  chilometri dalle tenute  “Corradile”, rappresentano simbolicamente la testa o le corna del toro. Nell’arte preistorica della Sardegna avevano un forte valore rituale e religioso, legato alla forza vitale, alla fertilità e alla rinascita.

Purificazione

Il focolare della Tomba II di Mesu ’e Montes è una scultura circolare incisa nel pavimento, delimitata da un bordo rialzato e con tre rilievi centrali che richiamano fiammelle. Non aveva una funzione domestica, ma rituale e simbolica: rappresentava il fuoco perenne, emblema di purificazione, rigenerazione e continuità della vita oltre la morte. In questo contesto funerario, il focolare diventa un segno sacro, una presenza spirituale del fuoco che accompagna il defunto nel suo passaggio verso l’aldilà.

Connubio simbolico tra i segni antichi e il vino

Le nostre etichette nascono dal desiderio di creare un ponte tra la terra, la storia e l’anima del popolo sardo. I simboli scolpiti cinquemila anni fa nelle domus de janas di Mesu ’e Montes, le protomi taurine e il focolare rituale, sono emblemi di una forza primordiale che ancora oggi vive nella nostra identità.

I simboli

Il toro, con le sue corna possenti, rappresenta la vitalità, la fecondità e la rinascita ciclica della natura; il fuoco del focolare, invece, è il soffio spirituale, la luce interiore che purifica e rigenera. Unendo questi due segni — la forza della terra e la luce del fuoco — nasce l’immagine di un popolo saldo e vitale, capace di trasformare la materia in spirito, il frutto in vino.

Così come il toro affonda le sue radici nella terra e il fuoco ne esalta l’energia, anche il vino nasce dalla stessa alchimia: la terra che nutre, il sole che accende, la mano dell’uomo che tramanda. Il vino diventa allora simbolo unificatore, capace di racchiudere in sé la storia millenaria, la forza e l’anima della Sardegna, rinnovando ogni volta, in un calice, il legame profondo tra vita, memoria e rinascita.

Cantina Corradile

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